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Sicurezza
e Privacy in Internet
Sicurezza
e privacy nella realtà telematica sono oramai due
concetti legati in un rapporto indissolubile, si potrebbe
anzi affermare che rischiano di essere un unicum.
Le nuove tecnologie e l'uso della rete sembrano essere
sempre più spesso un potenziale pericolo per la perdita
della sicurezza e della privacy degli utenti e dei
consumatori: così come nel passato l'uso del telefono
poneva a repentaglio la segretezza delle comunicazioni
che avvenivano tramite tale mezzo, così oggi, non
solo le comunicazioni, ma miriadi di dati e informazioni,
circa i luoghi virtuali visitati, le transazioni commerciali
effettuate, i sistemi adoperati e quant'altro, sono
posti in pericolo dall'avvento di internet.
Sempre più spesso si tende a ritenere l'uso delle
nuove tecnologie come diretto responsabile di una
diminuzione della propria riservatezza, si sostiene,
da una parte, che la maggiore facilità di interscambio
e di comunicazioni sia inscindibilmente legata ad
una diminuzione della propria riservatezza, dall'altra
si ritiene che una maggiore tutela della privacy costituirebbe
un elemento di rallentamento per le comunicazioni
in rete, cosicché una minore tutela della privacy
costituirebbe il prezzo da pagare per usufruire degli
enormi vantaggi legati all'uso della rete.
Le violazioni alla privacy sono a volte impercettibili,
non si deve pensare, infatti, che solo l'intercettazione
di un messaggio inviato tramite e-mail o allorquando
i dati personali di qualcuno vengano illegittimamente
raccolti o utilizzati per scopi illeciti, si perpetuino
violazioni della riservatezza di un individuo. Le
violazioni possono essere molteplici e vanno ad esempio
dall'invio di posta non desiderata (c.d. spam), all'invio
dei cookies, alla conoscenza tramite la visita di
un sito web del sistema operativo adoperato dal visitatore,
in effetti è lo stesso concetto di privacy che risulta
di difficile da definire entro limiti precisi e ben
definiti anche sotto il profilo giuridico.
In questo senso sempre più diffusa è la convinzione
che il concetto di privacy vada oltre la protezione
dei dati e delle informazioni personali di un individuo,
estendendosi al diritto per ciascuno all'anonimato
o all'intimità, quello che gli americani chiamano
right to be alone.
Internet come detto può costituire un pericolo per
la tutela di questi interessi, ma è anche vero che
una tutela esasperata può in qualche modo frenare
lo sviluppo e le opportunità commerciali della rete,
tuttavia non si deve ritenere aprioristicamente incompatibile
la tutela del diritto alla privacy e lo sviluppo della
rete, così come non si può pensare ad un sistema imperniato
sulla totale anarchia o sulla completa burocratizzazione.
Le tesi che si contrappongono sono da un lato quella
che vuole la tutela della privacy, ma in generale
ogni regolamentazione nel cyberspazio, affidata esclusivamente
agli operatori ed agli utenti, ovvero quella dei fautori
dell'autoregolamentazione, e dall'altro di chi vuole
un controllo ed un intervento diretto da parte del
legislatore.
Come sempre la verità sta nel mezzo, perché se è vero
che l'autoregolamentazione è il sistema che maggiormente
si addice alla comunità virtuale, anche in considerazione
delle problematiche legate all'applicazione delle
leggi in uno spazio virtuale, e che di conseguenza
favorirebbe un maggiore rispetto dei beni giuridici
tutelati, è anche vero, però, che l'autoregolamentazione
rischia di essere uno strumento in mano a coloro i
quali hanno una posizione economicamente e tecnologicamente
più forte e non alla comunità virtuale nel suo complesso,
ragion per cui le scelte potrebbero essere dettate
in funzione di interessi particolari, strumentalmente
ad esigenze di pochi e da soggetti non facilmente
riconoscibili.
Dove, invece, il legislatore è già intervenuto in
maniera dettagliata è sul versante della sicurezza
dei sistemi informatici.
La Legge 543 del 1993 ha introdotto all'interno del
codice penale quelli che la giurisprudenza definisce
i "crimini informatici", in particolare sono state
previste una serie di norme che prevedono una tutela
penale nei casi di intrusione illegittima nella sfera
di terzi da un lato mediante l'uso di hardware e dall'altro
nei casi in cui l'intrusione avvenga all'interno dei
sistemi informatici.
E' necessario, quindi, che all'innovazione tecnologica
faccia seguito un processo legislativo parimenti costante
e rapido, che tenga conto dell'irrinunziabilità del
diritto di ciascuno alla riservatezza, nonché della
sicurezza dei sistemi e della necessità di consentire
un adeguato sviluppo delle forme di intercomunicazione.
Soluzioni tecnologiche e regole giuridiche devono
essere in questo senso integrate al fine di progredire
in un sistema in cui vi sia l'utilizzazione diffusa
di strumenti di tutela della privacy e nel quale ci
siano regole chiare, conosciute e di facile applicazione.
A tale proposito indispensabile si rivela il ruolo
dei giuristi che si occupano di tali questioni, in
quanto dalla mancanza di informazioni nasce l'inconsapevolezza
delle lesioni e delle tutele accordate per esse, con
il pericolo che gli utenti siano soggetti a reiterate
e impunite violazioni dei propri diritti e che gli
operatori economici svolgano la propria attività in
uno stato di illegalità diffusa che genera sfiducia
nelle transazioni commerciali ed in generale nelle
attività economiche sul web.
Il servizio che ci proponiamo di offrire è appunto
quello di consentire un adeguato supporto informativo
da un punto di vista prettamente giuridico agli utenti
ed agli operatori del settore, ciò tramite aggiornamenti,
commenti, pareri e quant'altro in riferimento ai temi
di nostra competenza, cercando in tal modo di essere
uno strumento a tutela delle garanzie offerte dalla
legge.
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